Faringite streptococcica: resistenza ai macrolidi


E’ stato osservato un aumento delle complicanze negli adulti e nei bambini immunocompromessi con faringite streptococcica secondaria a fallimento del trattamento.
Le complicanze, come erisipela postfaringite, ascessi retrofaringei e sinusite, sono state riscontrate associate alla resistenza al trattamento con un macrolide ( Azitromicina, Zitromax ) ed una lincosamide ( Clindamicina, Dalacin ).

Ricercatori del Dr Georges-L Dumont Regional Hospital a Moncton in Canada, hanno valutato l’epidemiologia della resistenza all’Eritromicina ( Eritrocina ) e alla Clindamicina nelle infezioni da Streptococcus gruppo A, nella popolazione afferente all’ospedale.

Durante dicembre 2006, 101 isolati consecutivi di Streptococcus gruppo A, ottenuti dai campioni del tampone faringeo ( 1 per paziente ), sono stati esaminati mediante piastra di diffusione.

Il 42,6% degli isolati erano resistenti all’Eritromicina ed il 39,6% alla Clindamicina, percentuale tra le più alte mai pubblicate.

Molti studi hanno mostrato che la percentuale di resistenza ad uno specifico antibiotico è proporzionalmente correlata al suo uso.
Questo induce a seguire norme ben precise:

1) gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo nel trattamento di infezioni batteriche certe;

2) i macrolidi devono essere considerati come una terza linea di terapia per la faringite streptococcica, ed il loro uso dovrebbe essere limitato;

3) la Penicillina V rimane il trattamento di scelta e dovrebbe essere sostituita dalle cefalosporine se il paziente ha un’allergia non anafilattica alla Penicillina;

4) qualora si debba impiegare un macrolide per il trattamento della faringite streptococcica, la suscettibilità dello Streptococcus gruppo A dovrebbe essere valutata sui campioni ottenuti tramite tampone faringeo, in modo da evitare il fallimento terapeutico. ( Xagena_2007 )

Lavergne V et al, CMAJ 2007; 177: 177



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