Diagnosi e trattamento dell’encefalite
Infectious Diseases Society of America ( IDSA ) ha dato dell’encefalite la seguente definizione: processo infiammatorio del cervello associato a evidenza clinica di disfunzione neurologica.
La sindrome di encefalite acuta condivide molti aspetti clinici con la meningite acuta, come febbre, cefalea, perturbamento del sensorio e dello stato mentale.
E' stata sottolineata l’importanza di distinguere l’encefalite infettiva dall’encefalite post-infettiva e post-immunizzazione o encefalomielite, come l’encefalomielite acuta disseminata ( ADEM: acute disseminate encephalomyelits ) che può essere mediata da una risposta immunologica a un antecedente stimolo causato da una immunizzazione o da un agente infettivo.
Inoltre, nella diagnosi differenziale vanno tenute presenti alcune condizioni non-infettive del sistema nervoso centrale, come vasculiti, collagenopatie e sindromi paraneoplastiche, che possono presentare quadri clinici simili a quello delle encefaliti infettive.
L’encefalite va distinta dalle encefalopatie, come quelle secondarie a disturbi metabolici, ipossia, ischemia, farmaci, intossicazioni e infezioni sistemiche, e che sono definite come dovute a disfunzioni cerebrali in assenza di processi infiammatori diretti del parenchima cerebrale.
L’iniziale approccio al trattamento di una sospetta encefalite comprende il precoce riconoscimento della sindrome clinica, la esatta valutazione diagnostica ( che comprende le prove sierologiche, l’analisi del liquor, le tecniche per neuroimmagine e, spesso, altre prove sierologiche e biomolecolari ) e l’immediata somministrazione, in urgenza, di alcuni farmaci antimicrobici.
Spesso, nonostante estese e tempestive indagini eziologiche, moltissimi casi di presunta encefalite infettiva rimangono non-riconosciuti.
Inoltre c'è difficoltà a stabilire il significato del reperto di un agente infettivo al di fuori del sistema nervoso centrale che di solito è identificato da esami colturali o sierologici; si tratta per lo più di virus dell’epatite C, rotavirus, Chlamydia spp., Mycoplasma pneumoniae e virus sinciziale respiratorio ( RSV ) che, pur potendo avere un ruolo nelle manifestazioni neurologiche della malattia, non invadono necessariamente il sistema nervoso centrale o non sono in relazione con l’encefalite.
Trattamento
a) Trattamenti empirici. Sebbene molti siano i virus responsabili di encefalite, in genere un trattamento antivirale specifico è limitato all’encefalite da virus erpetici, iniziando con Aciclovir ( 10 mg/kg endovena ogni 8 ore in bambini e adulti con normale funzione renale e 20 mg/kg endovena ogni 8 ore nei neonati ). Altri trattamenti antimicrobici empirici possono essere iniziati.
b) Trattamenti specifici
1) Herpes simplex. L’Aciclovir è il trattamento di scelta, anche se morbilità e mortalità permangono elevate ( 28% ). Fattori prognostici negativi sono età superiore a 30 anni, livello di coscienza ( Glasgow Coma Score inferiore a 6 ), durata dei sintomi maggiori di 4 giorni prima del trattamento (l a mortalità si riduce se la terapia è iniziata entro 4 giorni dall’inizio dei sintomi ). Dosi: adulti con normale funzione renale 10 mg/kg per via endovenosa ogni 8 ore per 14-21 giorni; neonati: 20 mg/kg per via endovenosa ogni 8 ore per 21 giorni. Sono possibili recidive anche dopo terminato il ciclo di Aciclovir. Un risultato negativo alla PCR ( reazione a catena della polimerasi ) del liquor al termine del trattamento indica una prognosi migliore, mentre un risultato positivo, impone la continuazione della terapia. Per quanto concerne l’aggiunta di corticosteroidi i risultati finora ottenuti debbano essere confermati, anche se sia stato osservato un decorso più grave in pazienti non-trattati con questi farmaci.
2) Virus varicella-zoster. Oltre ad Aciclovir ( 10-15 mg/kg per via endovenosa ogni 8 ore per 10-14 giorni ), in casi con meningoencefalite è stato impiegato Ganciclovir. Non vi sono attualmente dati certi sull’effetto dei corticosteroidi.
3) Cytomegalovirus. Al momento attuale non sono chiaramente definiti i risultati del trattamento di questa forma di encefalite. Sono stati impiegati Ganciclovir ( 5 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore per 2-3 settimane ) e Foscarnet ( 60 mg/kg per via endovenosa ogni 8 ore oppure 90 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore per 3 settimane ) da soli o associati. Generalmente l’encefalite da citomegalovirus si sviluppa in una condizione di grave depressione dell’immunità cellulare e ciò rende necessario un tentativo di attenuare per quanto possibile tale situazione.
4) Virus di Epstein-Barr. Sebbene Aciclovir inibisca la replica di questo virus in vitro, le ricerche più recenti non hanno dimostrato vantaggi dall’uso di questo farmaco. I corticosteroidi possono essere utili in soggetti selezionati che presentano aumento della pressione intracranica o una condizione di encefalomielite.
5) Herpesvirus umano 6. Mancano studi clinici controllati sull’effetto dei farmaci antivirali, nonostante venga consigliato l'impiego di Ganciclovir o Foscarnet da soli o in associazione, specialmente nei pazienti immunodepressi.
6) Virus B ( Cercopitecine-Herpesvirus 1 ). È consigliata una profilassi nei soggetti a rischio con Valaciclovir ( 1 g per os ogni 8 ore per 14 giorni ). Aciclovir (1 2.5-15 mg/kg per via endovenosa ogni 8 ore ) è consigliato nell’infezione acuta; in questo caso è anche consigliato Valaciclovir ( 1 g per os ogni 8 ore ) perché consente di raggiungere alte concentrazioni sieriche. Ganciclovir ( 5 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore ) è consigliato per almeno 14 giorni, oppure fino a che non è regredito il quadro neurologico. Inoltre è stato proposto Valaciclovir per controllare l’infezione latente.
7) Altri virus. Al momento attuale, non sono disponibili dati certi sull’efficacia di vari farmaci antivirali nei pazienti con encefaliti da virus non compresi nel precedente elenco. Tuttavia sono citati alcuni studi sul trattamento di encefaliti da morbillo, virus West Nile, virus Nipah, influenza B e rabbia, con Ribavirina, Oseltamivir, Interferone alfa, immunoglobuline anticorpali specifiche.
8) ADEM ( encefalomielite acuta disseminata ). In questi pazienti sono state impiegate alte dosi di Metilprednisolone ( 1 g per via endovenosa pro die almeno per 3-5 giorni ). Nei soggetti che non rispondono ai corticosteroidi è stato fatto ricorso allo scambio di plasma con qualche successo. Nei soggetti che non rispondono a entrambi questi trattamenti sono state usate immunoglobuline per via venosa. ( Xagena_2009 )
Fonte: Recenti Progressi in Medicina, 2009
Xagena_Medicina_2009